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La nuova rete

Un mio pensiero su come si stia evolvendo internet

I social network ed internet stanno diventando sempre più parte della nostra vita quotidiana, è   curioso pensare a quando, solo  pochi anni  fa, strumenti come questi non erano  ancora parte della nostra quotidianità.

Oggi social network come “Facebook”di Marck Zukkerberg , “Twitter” o “Netlog” sono  diventati quasi un requisito per apprezzare tutte le potenzialità che la rete ci offre.

Negli anni degli albori della rete internet era  visto  esclusivamente come uno strumento per la pubblicità di un’azienda, come una sorta di vetrina senza possibilità di interazione alcuna, mentre poi con l’avvento del cosiddetto “web 2.0” la rete è diventata più sociale, dinamica e collegata tra i diversi servizi presenti nella “cloud”.

Un esempio calzante è dato dal fatto che se oggi dobbiamo cercare un locale in questa o quella località, prima di recarci fisicamente sul posto possiamo, grazie alla sempre ormai più completa integrazione tra i siti web ed i social network,  leggere i commenti e le recensioni degli altri utenti o, persino, visualizzare una foto satellitare che contiene i commenti degli utenti in relazione alla strada consigliata, per meglio raggiungere il locale tenendo conto delle condizioni del traffico della città. 

È di qualche mese fa la notizia riportata su “Webnews.it” della comparsa, tra i servizi del social network “facebook”, della funzione denominata “places” (luoghi in italiano) che concede la possibilità agli utenti di condividere la propria posizione con tutta la lista di amici attraverso un cellulare dotato di tecnologia idonea, permettendo così di informare gli amici su dove ci si trova, cosa si sta facendo e quale monumento si sta visitando.

Grazie ai social network, alla necessità di restare sempre in contatto con le persone della nostra vita e alla comodità di avere internet a portata di mano, gli operatori di telefonia mobile cercano di  adattare  le proprie infrastrutture alla richiesta continua di connettività.

Questi “servizi sociali” hanno cambiato il nostro modo di affrontare la vita e hanno causato forse una riduzione nell’ assunzione delle proprie responsabilità; in passato se un’amicizia o una storia d’amore diventava problematica bisognava avere la “faccia” di vedersi di persona per cercare di chiarirsi ed eventualmente  trovare dei compromessi, per tentare  di sistemare la cosa.

Oggi con la presenza dei social network se qualcosa non va lo si scrive in un messaggio privato indirizzato alla persona in questione o addirittura la si cancella dall’elenco degli amici e dalle relazioni senza remore e spiegazioni, creando magari delle problematiche legate ai singoli sensi di colpa della persona stessa.

Quindi possiamo dire che a volte i social network sono strumenti utili per la velocità di comunicazione che essi offrono ma, spesso, si rivelano privi di una cosa che solo l’uomo possiede ossia una coscienza, credo che le emozioni umane dovrebbero restare al di fuori dei social network ed essere gestite con metodi per così dire “classici”.

Il 2010, secondo alcune riviste del settore, sarà ricordato come l’anno dei social network e di “Facebook”, infatti proprio in questo anno il celebre portale “sociale” ha registrato il maggior numero di iscritti e  di introiti pubblicitari, dovuti alle inserzioni presenti nel sito .

Sempre nel 2010 è stato presentato il film “The social network” una sorta di “docu-film” sulla storia di “facebook” e soprattutto dell’ingegno del suo fondatore che, in una sola notte, ha creato le basi di un portale che è diventato una sorta di “must have” della nostra vita.

Era una sera di novembre del 2003 quando Mark Zukkerberg ha deciso di lanciare un servizio per la classificazione delle ragazze della sua residenza universitaria, denominato 

“facemash”. Questo sito web, in sole due ore di disponibilità  ha registrato ventiduemiladuecento accessi, visto l’enorme successo del primo progetto, dopo pochi mesi  nacque dalle “ceneri” di quest’ultimo “Facebook”.

La rete, secondo un’opinione di Benedetto XVI, offre un potenziale straordinario, se usata per favorire la creatività e la comunicazione umana, al contempo diventa uno strumento pericoloso se usato per minare la libertà umana. In riferimento a tale considerazione possiamo citare il documento di M. Castells  tratto da “Galassia Internet” (Milano 2007) che dice:”Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi”. Effettivamente ritengo che oggi in rete, vi sia un’eccessiva libertà che consente la pubblicazione di contenuti inadeguati appartenenti alla sfera privata.

Marco Pesenti, 17 gennaio 2011